Un bagno di enterocezione
Photo by Mink Mingle / Unsplash

Un bagno di enterocezione

L’estate ci restituisce i sensi, ma l’enterocezione può farlo ogni giorno: il paradiso nascosto che ci abita è la chiave per sentirci vivi, presenti e interi.


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Sta finendo l’estate. E anche se vivo su un’isola che conosce il caldo tutto l’anno, la fine di agosto si sente anche qui. Cambia il ritmo, cambiano i volti. Agosto porta con sé quell’aria di liberazione che trasuda dalle espressioni dei vacanzieri: uomini e donne che, dopo un anno di lavoro, finalmente si concedono la tregua tanto attesa.

Ricordo bene quella sensazione, prima di viverci: bastava il tempo di poggiare i bagagli e mi lasciavo subito abbracciare dal mare. Era un’immersione totale nei sensi: lo sguardo che smetteva di inseguire palazzi e semafori per perdersi all’orizzonte tra cielo e acqua, l’orecchio che lasciava cadere il ronzio delle città per accordarsi al ritmo lento e costante delle onde. E i piedi, quei dimenticati prigionieri di scarpe e asfalto, che tornavano d’un tratto a vivere mentre affondavano nella sabbia umida del bagnasciuga. Era il sole, sì, ma era qualcosa di più: era il cuore stesso che si scaldava, come se ricordasse all’improvviso di essere vivo.

Quando i sensi tornano protagonisti

In quelle settimane accade qualcosa di semplice ma straordinario: i sensi tornano protagonisti. Dopo mesi di uffici, di auto, di metropolitane, di occhi abituati a muri e schermi, di orecchie intossicate da clacson e notifiche, la natura ci restituisce ciò che avevamo smesso di percepire. La pelle finalmente respira, lo sguardo si apre, l’udito si distende, il corpo intero ricomincia a vibrare. Ecco perché attendiamo l’estate con tanta impazienza: non solo per riposare, ma per sentirci di nuovo vivi.

Potresti pensare che stia solo raccontando una vacanza al mare. E invece no. Questo non è un articolo sull’estate. È un articolo su qualcosa di molto più vicino, che però abbiamo smesso di conoscere: l’enterocezione.

Il Senso Nascosto

Così come i sensi ci permettono di incontrare il mondo esterno, l’enterocezione ci permette di sentire il mondo interno: il nostro organismo, le sue correnti segrete, le sue maree sottili. In termini neuroscientifici, è la funzione percettiva mediata dalla corteccia insulare, la regione del cervello che integra segnali provenienti da cuore, polmoni, stomaco, visceri. È l’infrastruttura invisibile che ci permette di percepire battito, respiro, tensione, fame, calma, energia vitale.

Eppure questa infrastruttura è quasi spenta. Abbiamo lasciato che la civiltà ci rubasse questo senso nascosto, fino a ridurlo a un sussurro impercettibile. Tornare a sentirlo non è semplice: non basta una meditazione, non basta una vacanza. Perché la mente ha imparato a distrarre e controllare, e il corpo si è abituato a trattenere e a silenziare. Ci vuole un attraversamento: un purgatorio fatto di resistenze e tensioni da sciogliere, prima di ritrovare il paradiso che ci abita.

L’estate dentro di noi

Ma quando inizi a sfiorarlo, la sensazione è impagabile. Immagina di avere l’estate dentro di te. Non quando sei in ferie, non quando sei al mare, ma ora. Sul divano. Davanti al telegiornale. Immagina che i tuoi sensi possano spalancarsi non solo verso il mondo, ma verso il tuo stesso corpo. Sarebbe come vivere con le vacanze dentro: un abbraccio costante, un bagno di vita.

Questo è l’invito dell’enterocezione. Nota 1 È il Senso Nascosto. È la porta dell’autoguarigione, la chiave del benessere psicofisico, il fondamento della consapevolezza e, se vuoi, del risveglio. Non a caso molte pratiche olistiche — dalla mindfulness allo yoga, dal breathwork al bodywork — agiscono esattamente su questa via percettiva, anche quando non la nominano.

In BioMAGIA abbiamo dedicato all’enterocezione un’intera area tematica, che non a caso si chiama proprio Il Senso Nascosto. Le altre nove ti racconteranno come l’abbiamo perduta, perché l’abbiamo smarrita, quali conseguenze ha avuto il nostro silenzio sensoriale, e soprattutto come possiamo ritrovarla.

Ma questa, credimi, è la sola che conta davvero. Perché il giorno in cui tornerai a sentirti dentro, non cercherai più l’estate fuori.


Nota 1. Enterocezione.
È il senso che permette di percepire l’ambiente interno del corpo: battito, respiro, tensioni, fame, sete, energia. A differenza della propriocezione (posizione e movimento) e dell’esterocezione (stimoli esterni), l’enterocezione ci mette in contatto con i segnali viscerali e con la qualità della nostra presenza.
Corteccia insulare Area cerebrale situata in profondità, tra lobo frontale e temporale. È la principale sede dell’elaborazione enterocettiva: integra informazioni provenienti da cuore, polmoni, stomaco e visceri, e le collega con la coscienza di sé e con le emozioni.
Sistema nervoso autonomo (SNA) Rete nervosa che regola le funzioni vitali al di fuori del controllo volontario: battito cardiaco, respirazione, digestione. Oscilla continuamente tra attivazione (simpatico) e rilassamento (parasimpatico). L’ascolto enterocettivo permette di riconoscere e modulare queste oscillazioni.

Enterocezione ed esterocezione: due direzioni opposte del sentire
Enterocezione ed esterocezione sono due vie opposte del sentire. Negli stati di sicurezza prevale la percezione interna; nella paura domina la sorveglianza esterna. Solo riducendo gli stimoli esterni possiamo tornare ad ascoltare il corpo dall’interno.

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