
Quando il corpo si sollevò e le mani si liberarono dal compito di camminare, si aprì un capitolo completamente nuovo nella nostra storia evolutiva. Per la prima volta, gli arti superiori non erano più dedicati al movimento, ma pronti a esplorare, toccare, costruire.
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Quando la mano si liberò per esplorare il mondo, insegnò alla mente a riconoscere, distinguere, nominare. Fu così che la parola nacque: estensione sonora dell’esperienza vissuta, ponte tra il corpo e il pensiero, tra l’individuo e l’altro.
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Quando iniziammo a giudicare non solo ciò che facevamo, ma ciò che provavamo, l’inibizione divenne morale. Il corpo non poteva più solo trattenere un gesto: doveva comprimere un’emozione. Fu così che, sotto la pressione del controllo, la fisiologia si irrigidì e nacque l’inconscio.
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