
Cosa accadrebbe se per un anno non potessimo più vederci allo specchio? Se l’immagine che ogni giorno ci restituisce il nostro volto svanisse? Forse saremmo costretti a ritrovare il corpo, ad ascoltarlo davvero, a fidarci delle sensazioni più che dei riflessi.
Redazione
Da bambini viviamo immersi nell’esperienza, senza bisogno di pianificare o controllare. Crescendo, questa spontaneità viene progressivamente soppressa da regole, giudizi e aspettative. Il presente non basta più, e iniziamo a vivere altrove, perdendo contatto con noi stessi.
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Abbiamo sviluppato una mente brillante, ma ne siamo diventati schiavi. Il passo che ci attende è semplice e radicale: reintegrare il pensiero nel corpo, il controllo nell’ascolto, la specie nell’umanità. Solo allora l’evoluzione tornerà a muoversi nella direzione della vita.
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Un viaggio intimo nel proprio ventre, guidati dall’immagine potente del proprio bambino interiore in grembo. Una meditazione sensoriale per risvegliare la presenza in uno dei territori più profondi e dimenticati del corpo. Non per forzare, ma per ascoltare.
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