Non puoi fare a meno di ciò che ti appartiene
Photo by Drew Dizzy Graham / Unsplash

Non puoi fare a meno di ciò che ti appartiene

Ci sono esperienze che puoi dimenticare. Abitudini che puoi perdere, persone che puoi lasciarti alle spalle. Ma ciò che ti appartiene davvero… no.


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Ci sono esperienze che puoi dimenticare. Abitudini che puoi perdere, persone che puoi lasciarti alle spalle. Ma ciò che ti appartiene davvero… no. Quello ti verrà a cercare. Non perché sia fuori da te, ma perché è scritto dentro, nella materia viva del tuo corpo.

Il corpo non è una casa che abiti, ma ciò che sei. E in questo essere, alcune cose non possono essere rimosse. Puoi ignorarle, comprimerle, deviarle. Puoi costruirci sopra strati di ruoli, doveri, silenzi. Ma non puoi fare a meno di ciò che ti appartiene.

L’ascolto enterocettivo lo dimostra. Basta aprire uno spazio, lasciare che il sentire si riaccenda, ed ecco che ciò che sembrava scomparso riemerge: un dolore dimenticato, un tremore antico, un gesto mai completato. Non sono ricordi. Sono verità incarnate. Parti di te che non se ne sono mai andate.

Il corpo sa. E il corpo custodisce. Ogni tensione è un modo con cui ha trattenuto qualcosa che non poteva andarsene. Ogni sintomo, un richiamo. Ogni rilascio, un ritorno.

In un’epoca che ci spinge a cercare altrove, a rincorrere modelli, tecniche, performance, il corpo resta lì. Inascoltato, ma vivo. E quando cominci ad ascoltarlo, a sentirlo dall’interno, non stai facendo qualcosa di nuovo. Stai tornando.

Ciò che ti appartiene non si compra. Non si conquista. Si riconosce.

E l’ascolto – reale, paziente, corporeo – è l’unico modo per riconoscere ciò che, da sempre, ti abita.

Biomagia è lo spazio in cui questa verità può accadere. Nulla da aggiungere. Solo da lasciare emergere.


📎 Note tecniche

Enterocezione: è la percezione degli stati fisiologici interni del corpo (respiro, battito cardiaco, tensioni viscerali ecc.). Coinvolge strutture come l’insula anteriore, il sistema nervoso autonomo e afferenze viscerali (Craig, 2002). È una base neurofisiologica per la consapevolezza di sé.

Memoria implicita corporea: alcune informazioni non si codificano in forma verbale o cosciente, ma restano immagazzinate nel sistema nervoso autonomo, nel tono muscolare e nei pattern posturali. Questo spiega perché “sentire” qualcosa può precedere ogni ricordo esplicito (Siegel, 2010).

Tensioni croniche: nel corpo non rilassato, tensioni antiche diventano strutture stabili. Sono modalità di trattenimento adattivo a esperienze non elaborate. Il lavoro corporeo può sciogliere queste memorie attraverso la riattivazione sensoriale e il rilascio neuromuscolare.

“Il corpo sa”: la coscienza non ha il monopolio della verità. Il corpo, attraverso vie afferenti e reazioni viscerali, contiene informazioni sul nostro vissuto, anche quelle non mentalizzate. Si tratta di una saggezza incarnata, non intellettiva.


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