Meditazione guidata – In ascolto del ventre
Photo by Joshua Hoehne / Unsplash

Meditazione guidata – In ascolto del ventre

Un viaggio intimo nel proprio ventre, guidati dall’immagine potente del proprio bambino interiore in grembo. Una meditazione sensoriale per risvegliare la presenza in uno dei territori più profondi e dimenticati del corpo. Non per forzare, ma per ascoltare.


Condividi questo post

Premessa – L’attrazione che guida il contatto

Non tutte le esperienze interiori possono essere cercate con la mente. Alcune vanno attese, desiderate, o semplicemente seguite quando qualcosa dentro di noi comincia a chiamare.

Questa meditazione non è un esercizio tecnico. Non è uno sforzo per sentire qualcosa.
È un invito a fermarsi. A chiudere gli occhi.
A permettere che sia il corpo, dolcemente, a indicare la via.

Il ventre è uno spazio sacro.

Uno spazio spesso dimenticato, nascosto dietro l’immagine di ciò che dovrebbe essere: piatto, scolpito, forte, invisibile.
O al contrario, ostentato come segno di forza, di presenza, di identità.

Qualunque sia la tua relazione con il tuo addome, l’invito è uno solo: riavvicinarti solo se in qualche modo ne senti il richiamo e senza giudizio.

Lasciare che sia la tua attrazione, il tuo desiderio di sentire qualcosa di vero, a condurti in questo spazio.
Non cercare un risultato.
Non aspettarti visioni o risposte.
Cerca solo un contatto. Magari lieve. Magari timido. Ma tuo.

Trova una posizione molto comoda.
Se puoi, raccogliti — come in posizione fetale.
Puoi sederti su una poltrona, con le ginocchia piegate, i piedi sotto di te o davanti a te.
Oppure sdraiarti su un fianco.
L’importante è che il corpo possa lasciarsi andare, senza impegno posturale.

Chiudi gli occhi. Fallo davvero. Non è un dettaglio.
Il ventre ha bisogno di intimità. E la vista è una distrazione.
Se puoi, tieniti lontano da suoni forti, luce intensa, interruzioni.
Anche solo per qualche minuto.

Adesso che ci sei… possiamo cominciare.


Guida all’esperienza – Sentire come se fosse un grembo

Al termine troverai un'audioguida appositamente creata per questa esperienza. Questo testo è solo preparatorio.

Immagina di avere in grembo una creatura di 4 o 5 mesi.
Un bambino. Un essere minuscolo e vivo.
Non ha bisogno di fare nulla. Solo esistere.
Lo immagini muoversi piano, ogni tanto. Un piccolo piede, un braccio che si distende, una rotazione lenta.
Ti siedi accanto a questa immagine. La accogli. Non la forzi.

Ora porta la tua attenzione al tuo ventre reale.
A quello spazio sotto il torace e sopra il bacino.
Dietro l’ombelico, forse un po’ più giù.
Senza pressioni. Solo con la mente che ascolta, senza pretendere.

Senti se c’è qualcosa.
Una densità. Una tensione. Una zona più viva.
Uno spazio più vuoto. Una spinta. Un’eco.
Potrebbe essere al centro o spostata, a destra o a sinistra.
Potrebbe cambiare.

Ora torna all’immagine del bambino nel grembo.
E prova ad associare quella sensazione a un gesto:
Un piccolo pugno, una spinta, un volto che preme, un’onda che passa.
Qualunque cosa tu senta, non giudicarla.
È il tuo corpo che parla. È il tuo frutto interiore che cerca contatto.

Accoglilo. Resta lì qualche respiro.
Senti se cambia. Se si muove. Se pulsa. Se si sposta.
Può anche sparire. Va bene così.
Lascia che il corpo scelga.

In alcune persone emergeranno altri punti da cui provengono nuove sensazioni.
Altri invece sentiranno che basta così.
Anche il silenzio è ascolto. Anche l’assenza è esperienza.

Puoi restare in contatto finché il “bambino interiore” non si acquieta.
Non avrai bisogno di capirlo. Solo di sentirlo.
Quando ti sentirai pronto, lascia che quel sentire svanisca da sé.

Riapri lentamente gli occhi. Porta le mani sull’addome. Ringrazia il tuo corpo per essersi mostrato.
Se vuoi, annota ciò che hai percepito — in un quaderno, in un messaggio, o solo nella memoria.

Potrai tornare a questo esercizio ogni volta che lo sentirai necessario.
Ogni volta che il corpo chiamerà.

E sarà un po’ più facile ogni volta.


AUDIO DA REGISTRARE

Benvenutə.

In questa meditazione non cercheremo nulla.

Ci limiteremo a tornare in contatto con uno spazio profondo… il ventre.

Ti invito prima di tutto a trovare una posizione comoda.

Se puoi, raccogliti… magari su una poltrona, con le gambe piegate.

Oppure sdraiati su un fianco, come se fossi in un bozzolo.

L’importante è che il tuo corpo possa rilassarsi senza fare fatica.

Ora…

chiudi gli occhi.

Fallo con gentilezza.

Non per isolarti… ma per rientrare.

Lascia andare i pensieri.

Non perché spariscano… ma perché, per qualche istante, non ci servono.

Tutto quello che ti serve ora… è sentire.

🌬️

Fai un respiro lento…

e lascia che l’aria esca dolcemente.

Ancora uno…

e lascia andare un po’ di più.

Ora…

Immagina di avere in grembo una creatura viva.

Un bambino. Un piccolo essere.

Ha già 4 o 5 mesi. È lì, al centro del tuo ventre.

Ogni tanto si muove… spinge con un piedino, preme con la testa, si gira.

Non fa nulla di speciale.

Semplicemente esiste.

Questa immagine… è il tuo ponte per entrare.

Nel tuo ventre.

Nel tuo centro.

🧡

Porta ora l’attenzione a quello spazio sotto il torace e sopra il bacino.

Senti l’addome… senti cosa accade lì.

C’è qualcosa?

Un punto più denso?

Un calore? Un peso?

Uno spostamento?

Uno spazio vuoto?

Forse è centrale.

O forse no.

Lascia che sia l’ascolto a guidarti.

E ora…

torna all’immagine del bambino.

E prova ad associare quella sensazione a qualcosa di concreto.

Un pugnetto… un movimento lento… un piccolo cuore che pulsa…

o anche solo… un respiro.

Qualunque cosa tu senta… accoglila.

Non cercare di cambiarla.

Non giudicarla.

È tua.

🌊

Resta lì.

Qualche respiro.

Senti se cambia…

se si muove…

se cresce o si scioglie…

A volte, da questa zona, nascono altre sensazioni.

Altre aree che si risvegliano.

Altre onde che si fanno sentire.

Se accade… ascolta.

Se non accade… ascolta lo stesso.

Anche il silenzio è presenza.

🕊️

Quando sentirai che il “bambino interiore” si è acquietato…

che non spinge più…

che si è rimesso a dormire…

…puoi lasciar andare l’immagine.

Puoi tornare piano piano al tuo respiro.

Alle sensazioni della pelle.

Al contatto con il corpo.

Respira una volta ancora…

e ringrazia il tuo ventre per essersi fatto sentire.

Come fosse un tempio, una sorgente, un mistero.

Quando vuoi…

apri lentamente gli occhi.

E se puoi… scrivi o annota ciò che hai sentito.

Nel corpo, nel cuore, o su un taccuino.

Potrai tornare qui, ogni volta che vorrai.


Condividi questo post
Commenti

Sii il primo a sapere

Unisciti alla nostra comunità e ricevi notifiche sulle prossime storie

Iscrizione in corso...
You've been subscribed!
Qualcosa è andato storto