Impara ad ascoltare la tua bussola interiore
Siamo stati educati a cercare la verità con la testa.
A seguire il filo della logica, a soppesare i pro e i contro, a costruire concetti, a dimostrare ragioni.
Ci hanno insegnato che la verità è qualcosa da afferrare, da definire, da possedere.
Ma se invece fosse qualcosa da sentire?
Ci sono momenti in cui il corpo sa prima.
Un incontro. Una scelta. Un paesaggio.
Non lo sai spiegare, ma qualcosa si muove dentro: si apre, si allinea, respira.
Non c’è niente da dimostrare. Solo da riconoscere.
La mente analizza, il corpo avverte.
La mente argomenta, il corpo reagisce.
Si espande o si contrae. Mostra dove c’è adesione o dove c’è tradimento.
Non sempre è immediato, ma quando lo riconosci, è inconfondibile.
Forse abbiamo confuso la verità con la certezza.
Ma la verità autentica è fragile, mobile, viva.
Non si lascia possedere: si lascia seguire.
E allora, la domanda cambia.
Non più: “Cosa è vero?”
Ma: “Cosa senti, ora, come vero?”
E… sei disposto ad ascoltarlo anche se non sai dove ti porterà?
Una meditazione per riscoprire il tuo barometro interiore
Questa breve meditazione ti accompagna a contattare la bussola silenziosa che porti nel corpo.
Non c’è un obiettivo da raggiungere. Solo un incontro con ciò che è presente, ora.
Qui puoi leggere come procederemo e l'audio guida ti aiuterà a farne esperienza.
Trova uno spazio tranquillo. Silenzioso.
Luci soffuse, occhi chiusi.
Una posizione comoda, raccolta, magari seduto su una poltrona, le gambe piegate, il ventre libero.
Chiudi gli occhi. Questa volta è più importante del solito.
Inizia portando attenzione a te stesso.
Come stai in questo momento?
Osserva senza cambiare nulla.
– Senti il peso del tuo corpo.
– Il ritmo del respiro.
– I pensieri che passano.
– Le emozioni di fondo.
– Le eventuali tensioni.
Poi scorri con l’attenzione il tuo corpo, dall’alto verso il basso o dal basso verso l’alto.
Testa, gola, cuore, addome, bacino, gambe.
Nota se alcune aree emergono più delle altre: un vuoto, una pesantezza, una tensione.
Ora, scegli uno o due segnali tra quelli che hai sentito.
Non tutti, solo i più evidenti. Per esempio: “tensione alle spalle” e “respiro corto”.
O “tristezza” e “pesantezza alle gambe”.
A questo punto, formula una domanda semplice, reale, concreta.
Qualcosa che ti riguarda davvero.
Qualcosa che presupponga un sì o un no, un’apertura o una chiusura.
Attenzione, non aspettarti una risposta definitiva. Il corpo non giudica come la mente, non è un si o un no per sempre o assoluto. Il corpo accetta o rifiuta rispetto a ciò di cui ha bisogno ora, la stessa domanda fra 1 giorno, 1 mese o 1 anno potrebbe sortire effetti diversi...
Ad esempio:
– Voglio davvero uscire con quelle persone stasera?
– Sento di voler fare quel viaggio?
– È giusto per me prendere questa decisione?
Puoi anche visualizzare la scena, come un piccolo film mentale.
Il volto delle persone, il luogo, le sensazioni che ti darebbe essere lì.
Questo spesso facilita la risposta.
Attenzione, non aspettarti una risposta definitiva. Il corpo non giudica come la mente, non è un si o un no per sempre o assoluto. Il corpo accetta o rifiuta rispetto a ciò di cui ha bisogno ora, la stessa domanda fra 1 giorno, 1 mese o 1 anno potrebbe sortire effetti diversi...
Adesso ascolta.
Come reagisce il corpo?
– Si apre o si chiude?
– Si contrae o si rilassa?
– Prova piacere o disagio?
La risposta non sempre è netta. A volte può essere un “forse”.
Oppure non arriva subito: serve solo più attenzione, oppure una domanda più diretta.
Per aiutarti, puoi fare una domanda specchio:
– E se restassi a casa?
– E se scegliessi l’altra opzione?
Nel corpo potresti allora sentire l’opposto.
E sarà più chiaro cosa risuona davvero.
Non serve avere risposte giuste.
Serve allenarsi a sentire.
Perché la verità, quella che ti riguarda davvero, non è un concetto: è un’onda.
Passa nel corpo. E lo attraversa.
Conclusione
Questa meditazione può diventare un rituale.
Quando sei in dubbio, o anche solo per fare il punto.
Annota quello che emerge: in un diario, nella mente, nel cuore.
Più ascolti, più il corpo risponde.
Perché il corpo non mente.
E la verità, forse, comincia da lì.
Audioguida
Meditazione guidata – La bussola interiore
Trovati un luogo silenzioso. Chiudi la porta. Spegni ogni distrazione.
Siediti o sdraiati in una posizione comoda, che ti permetta di rilassare il corpo senza addormentarti.
Chiudi gli occhi.
Lasciali chiusi per tutta la durata della pratica.
Respira profondamente una volta…
E lascia andare l’aria.
Di nuovo. Inspira…
Espira lentamente…
E lascia che il corpo inizi a posarsi.
Inizia a portare l’attenzione al tuo corpo ora, così com’è.
Non per cambiarlo. Non per modificarlo.
Solo per ascoltarlo.
Senti il peso del tuo corpo contro il pavimento, la sedia o il letto.
Percepisci il contatto.
La gravità che ti ancora.
Il respiro che fluisce.
Le tensioni o le morbidezze.
Le emozioni che fanno da sottofondo.
I pensieri che ancora scorrono.
Ora, lentamente, fai una carellata lungo il tuo corpo.
Dall’alto verso il basso, oppure dal basso verso l’alto.
Senza fretta.
Nota se ci sono zone che attirano l’attenzione più di altre.
La testa? Il cuore? Le spalle?
Il bacino? Le gambe? Il respiro?
Osserva e riconosci.
Senza giudicare.
Ora prova a mettere a fuoco solo una o due sensazioni predominanti.
Potrebbero essere fisiche o emotive:
“Respiro corto e tensione alle spalle”
oppure
“Senso di tristezza e pesantezza nel petto”.
Qualunque cosa emerga, va bene.
Ora, da questo stato di presenza, poni al tuo corpo una domanda semplice.
Una domanda che preveda un sì o un no.
Qualcosa che stai valutando.
Una scelta che ti riguarda.
Un’azione da compiere o meno.
Può essere:
“Voglio uscire stasera con quelle persone?”
“Voglio davvero fare quel viaggio?”
“È la scelta giusta per me?”
Scegli una sola domanda. E restaci.
Puoi pronunciarla mentalmente.
Oppure visualizzare con chiarezza la scena legata a quella scelta.
Ora osserva.
Ascolta.
Senti se il tuo corpo risponde.
Una sensazione di apertura… o di chiusura.
Un’espansione… o una contrazione.
Un senso di piacere… o di rifiuto.
Forse un’immobilità neutra.
Lascia che la risposta emerga senza forzare.
Se è chiara, accoglila.
Se non lo è, potrai tornare a chiedere in un altro momento.
Puoi anche provare una domanda di verifica:
l’opzione opposta alla prima.
“Voglio restare a casa?”
“Preferisco un altro tipo di vacanza?”
E senti cosa cambia nel corpo.
Non c’è giusto o sbagliato.
C’è solo ascolto.
Quando senti che il corpo ha risposto, anche solo con un piccolo segnale,
resta lì per qualche istante.
Respira.
Ringrazia il corpo per averti mostrato qualcosa.
Poi, lentamente, lascia andare la domanda.
Torna al tuo respiro.
Alle sensazioni del presente.
E quando sei pronto…
Apri gli occhi.
E porta con te ciò che hai sentito.
💠
La tua verità non ha bisogno di essere capita.
Ha solo bisogno di essere sentita.