Il polo della discordia
Photo by Alfonso Scarpa / Unsplash

Il polo della discordia

Il bacino è il crocevia della nostra evoluzione: ci ha permesso di erigerci, ma ha pagato un prezzo. Innalzandoci, abbiamo convertito un centro di piacere e movimento in una base di sostegno e controllo.


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Nel corpo umano esistono due estremi che definiscono l'asse della nostra verticalità: la testa e il bacino. Sono i due poli della colonna vertebrale, la struttura portante che ci ha permesso, nel corso dell'evoluzione, di passare dalla quadrupedia alla stazione eretta. Se la testa ha assunto nel tempo la funzione simbolica del controllo, dell'identità sociale e dell'ascesi razionale, il bacino rappresenta invece il centro gravitazionale e sensoriale, il cuore dell'energia vitale che ci connette al piacere, alla sessualità, al movimento fluido e al sentire profondo.

Con il passaggio alla bipedia, il bacino ha subito un mutamento radicale non solo sul piano anatomico, ma anche simbolico. Da fulcro del movimento orizzontale e libero nella quadrupedia, si è trasformato in una struttura che, per necessità meccanica, deve sorreggere il peso dell'intera colonna. Questa nuova funzione ha comportato una progressiva diminuzione del suo grado di libertà con conseguente repressione del suo potenziale espressivo. Da sede del piacere e della pulsione vitale, il bacino è diventato sede di contenimento e sostegno, subordinato alle esigenze della verticalità e della stabilità posturale.

N.B. Nella figura puoi osservare il baricentro gravitazionale in un cavallo, in una scimmia antropomorfa e in un essere umano evidenziato dalla linea rossa. Come puoi vedere nei primi 2 il peso viene scaricato sostanzialmente fra i 4 arti senza gravare in particolare sul bacino, nell'essere umano invece attraversa bacino (dove converge gran parte del peso viscerale) e gambe. Anche la posizione del bacino è cambiata notevolmente, nel cavallo è una struttura concava orientata in avanti, ma nella scimmia e nell'essere umano ruota rispettivamente di circa 30° e di circa 60°.

Questa tensione evolutiva ha generato una vera e propria frattura funzionale e percettiva. Il bacino è divenuto il "polo della discordia", il punto in cui si manifesta più chiaramente il conflitto tra le istanze inferiori dell'organismo e il comando superiore della mente. La testa, come sede del controllo e della moralità, pretende dal bacino che si comporti da pilastro silenzioso, ignorando o censurando la sua carica sensuale, ritmica, relazionale.

Ciò si riflette in modo evidente nella postura e nella qualità del movimento: il bacino è spesso bloccato, rigido, incastrato in schemi tensivi che ne impediscono la mobilità naturale. Le tensioni nei muscoli ileo-psoas, nei glutei, nei rotatori profondi e nel pavimento pelvico sono tra le più diffuse, e spesso non riconosciute. Là dove ci sarebbe un potenziale di espressione, di piacere e di vitalità, si accumulano invece controllo, giudizio e inibizione.

Il corpo femminile e quello maschile esprimono in modo diverso questa scissione. Nelle donne, il bacino viene spesso impiegato in funzione seduttiva, con movimenti accentuati di ancheggiamento e oscillazione che non sempre corrispondono a un ascolto autentico, ma rispondono a codici culturali e ruoli appresi. Negli uomini, al contrario, il bacino tende a essere rigidamente compattato, inglobato in un portamento che privilegia la forza e la direzionalità, ma che sacrifica la morbidezza e l'oscillazione fisiologica.

In realtà, il movimento naturale del bacino è un lieve fluire continuo: un'oscillazione ritmica e morbida che accompagna ogni passo, ogni respiro, ogni gesto. Questa dinamica non è sessuata, ma profondamente umana: appartiene a entrambi i sessi, e si esprime pienamente solo quando la tensione tra i due poli della colonna si scioglie e si ristabilisce un dialogo tra la testa e il bacino.

Il polo inferiore non è solo un punto di appoggio, è il centro di spinta, la sorgente della forza ascensionale che sostiene la verticalità dall'interno. Ma finché lo considereremo solo come una base da irreggimentare, e non come un centro pulsante da ascoltare, continueremo a vivere divisi: proiettati verso l'alto, ma separati dalla nostra base.

Non a caso la morale nei secoli ha avuto come principale bersaglio proprio le funzioni legate al bacino, in particolar modo quelle sessuali.

Riportare il bacino al suo posto, nella fisiologia e nella coscienza, significa reintegrare la nostra natura intera. Significa riconciliarci con il desiderio, con la morbidezza, con la forza che nasce dal basso. E sciogliere così la più profonda delle discordie: quella tra ciò che siamo e ciò che ci è stato chiesto di diventare.


Non è un caso che molte tecniche corporee lavorino proprio sul ristabilire l’equilibrio tra i due poli della colonna: bacino e cranio.

Nel Rolfing, ad esempio, ogni seduta prevede un’integrazione costante tra il lavoro sul sacro (attraverso tecniche come il pelvic lift) e quello sulla base del cranio, l'occipite (neck work), al fine di liberare le due estremità e rimetterle in relazione.

Anche nella pratica del craniosacrale, il dialogo sottile tra sacro e cranio è alla base dell’ascolto terapeutico.

E numerose altre discipline, dalla bioenergetica allo yoga terapeutico, riconoscono l’importanza di sciogliere la tensione e ripristinare la comunicazione tra i poli.


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