C’è un sapere istintivo che spesso traspare dove meno ce lo aspetteremmo: nei cartoni animati.
Quando gli animatori danno vita a un personaggio, soprattutto animale, non si limitano a disegnare il suo aspetto generico. Costruiscono la sua personalità attraverso il corpo: ogni tratto psicologico prende forma nella postura, nei movimenti, nelle tensioni visibili.
Pensiamo a Scar, lo zio del Re Leone. La sua infidia si manifesta in un corpo allungato, magro, dal portamento obliquo. Il collo piegato, lo sguardo laterale, le spalle che sembrano strisciare verso il basso. È la fisiologia della manipolazione: il predatore che attende nell’ombra, pronto al tradimento. Il corpo racconta il personaggio prima ancora che apra bocca.
Lo stesso accade con Shere Khan, la tigre de Il Libro della Giungla. Elegante, fiera, ma costantemente tesa. I suoi movimenti fluidi nascondono la forza trattenuta e il controllo predatorio. La rigidità del portamento racconta la sua potenza, ma anche la sua diffidenza. Ancora una volta, la postura traduce la psicologia.
In modo ancora più evidente, basta osservare Steele in Balto: il petto ipertrofico, il collo rigido, lo sguardo fisso in alto, le zampe anteriori larghe per occupare spazio. Ogni dettaglio del suo corpo grida arroganza, superiorità e bisogno di dominio. La sua postura espansa è l’immagine stessa dell’ego che deve esibire costantemente sé stesso.
È un codice universale che il nostro cervello riconosce immediatamente, perché il corpo non mente: porta impresso ciò che la mente abita.
In natura, gli animali non hanno personalità in senso umano. Vivono come individui, espressioni fisiologiche della loro specie, in un equilibrio adattativo senza sovrastrutture psicologiche. È l’essere umano che, attribuendo caratteri psicologici anche agli animali immaginari, proietta su di loro le stesse deformazioni che abitano la propria fisiologia.
La personalità non è solo un contenuto mentale: è una geometria visibile. L’Ego non esiste nel vuoto, ma sempre dentro un corpo che lo sostiene, lo esprime e lo ripete. Le tensioni, le posture, le armature muscolari diventano così i veri veicoli della personalità. Non è un caso se anche il linguaggio comune parla di “portamento arrogante”, “atteggiamento chiuso”, “postura remissiva”: il corpo è sempre specchio.
In fondo, i cartoni animati non fanno che disegnare ciò che ogni corpo umano porta già scritto.
E tu? Ti è mai capitato di sentire nel tuo corpo quelle stesse geometrie che nei cartoni disegnano la personalità? Dove abita oggi la tua maschera?


Note bibliografiche
- Reich W. — Analisi del Carattere (1933)
- Lowen A. — Bioenergetica (1975)
- Damasio A. — Self Comes to Mind (2010)
- Darwin C. — L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali (1872)