I nostri poteri sono nel Corpo
Photo by Houcine Ncib / Unsplash

I nostri poteri sono nel Corpo

Gli stati interiori non sono astratti. Sono fisiologici. Ogni qualità dell’essere emerge da specifiche aree del corpo, regolate da sistemi nervosi, percettivi e ormonali. Un’antica mappa li ha chiamati chakra, oggi possiamo riconoscerli come espressione concreta del corpo che si percepisce.


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Molte delle qualità interiori che riteniamo aspetti del carattere — sicurezza, coraggio, determinazione, lucidità, autenticità, presenza — non sono qualità astratte.
Sono stati dell’essere.

E come ogni stato, vivono prima di tutto dentro il corpo.
Non esiste sicurezza senza un corpo radicato.
Non esiste coraggio senza un torace che si apre.
Non esiste autenticità senza una gola libera.
Non esiste lucidità senza uno spazio mentale non invaso dall’ansia.
Non esiste intimità senza un ventre che accoglie.
Non esiste forza interiore senza una colonna vertebrale che sostiene.

Spesso cerchiamo di coltivare queste qualità agendo sulla mente, sulla volontà o sulle idee che abbiamo di noi stessi.Ma la verità più semplice è che non possiamo essere qualcosa che il corpo non può sostenere.

Gli stati dell’essere — che potremmo anche chiamare attributi — non sono altro che la manifestazione concreta del nostro sentire corporeo. Sono il risultato diretto di quanto il corpo, nei suoi diversi distretti, è libero o imprigionato.
Non a caso, antiche tradizioni come quella indiana hanno descritto queste aree attraverso il sistema dei chakra.

Il termine chakra, che in sanscrito significa “ruota” o “centro di movimento”, indicava i grandi snodi energetici e percettivi lungo l’asse del corpo.
Questi centri esprimono il legame diretto tra determinate qualità interiori e specifiche aree corporee:

la stabilità al bacino, il piacere e la sensibilità al ventre, la forza al torace, l’autenticità alla gola, la visione al centro della fronte, la coerenza profonda al vertice della testa.

Ogni distretto corporeo custodisce potenzialità precise, strettamente intrecciate anche alle funzioni ormonali che lo governano:

  • Il bacino e le gambe sostengono il senso di radicamento e stabilità.Qui agiscono i surreni, regolando la risposta allo stress, la sicurezza di base e la gestione dell’allerta attraverso adrenalina e cortisolo.
  • Il ventre accoglie la fiducia e la sensibilità emotiva.Le gonadi (ovaie e testicoli), insieme al complesso ipotalamo-ipofisi, modulano l’equilibrio ormonale sessuale, il desiderio, la capacità di apertura e di contatto intimo.
  • Il plesso solare (addome superiore) regola la forza interiore, il senso di autonomia e la capacità di agire nel mondo.Qui il sistema digestivo, attraverso il fegato, il pancreas e la secrezione insulinica, orchestra la gestione dell’energia e dell’equilibrio metabolico, sostenendo l’autonomia decisionale e la capacità di trasformare le intenzioni in azione.
  • Il torace ospita la capacità di apertura, forza e coraggio.Il ritmo cardiaco e respiratorio, strettamente regolati dal sistema nervoso autonomo e dalla risposta vagale, sostengono il senso di potenza interiore e di coraggio emozionale.
  • La gola esprime la verità e l’autenticità.Qui entra in gioco la tiroide, che governa il metabolismo energetico globale e influisce sulla capacità espressiva, sull’attività mentale fluida e sulla centratura nel parlare e nell’agire.
  • Il volto e lo sguardo portano la chiarezza mentale e la presenza.L’ipofisi (pituitaria), in stretta relazione con l’ipotalamo, orchestra l’equilibrio ormonale complessivo e supporta la lucidità, la presenza mentale e l’equilibrio interiore.
  • La sommità della testa apre al senso di coerenza e integrità.La ghiandola pineale, legata ai ritmi circadiani e alla percezione del ciclo luce-buio, sostiene il senso di orientamento profondo e di integrazione esistenziale.

Non si tratta di simbolismi astratti. Il corpo è letteralmente il contenitore fisiologico di questi stati.
Quando in una zona del corpo si accumulano tensioni croniche, quando lo spazio interno si contrae o si anestetizza, la qualità specifica di quell’attributo si indebolisce.

La sicurezza diventa insicurezza.
Il coraggio si trasforma in paura.
L’autenticità lascia il posto al compiacere.
La forza si irrigidisce in sforzo.
La lucidità diventa confusione.

Ritornare al corpo non è dunque solo “rilassarsi” o “sentirsi meglio”. È recuperare la base organica degli stati interiori. È ripristinare la fisiologia profonda che permette agli stati dell’essere di emergere nella loro piena potenza.

Non siamo solo ciò che pensiamo di essere.
Siamo ciò che il corpo, oggi, è in grado di sentire.

E tu?

Se chiudi gli occhi ora… quale parte del tuo corpo senti viva?
E quale ti sembra assente o silenziosa?


Note bibliografiche

  • Lowen A. — Bioenergetica (1975)
  • Damasio A. — The Feeling of What Happens (1999)
  • Levine P. — In An Unspoken Voice (2010)
  • Porges S. — The Polyvagal Theory (2009)
  • Feuerstein G. — The Yoga Tradition (1998)
  • Sapolsky R. — Why Zebras Don’t Get Ulcers (2004)


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