La geometria della Coscienza
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La geometria della Coscienza

Siamo attraversati da tre assi profondi: alto/basso, destra/sinistra, fronte/retro. Quando questi poli si integrano, nasce il cuore. E con esso, la coscienza.


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Ogni essere umano nasce e si sviluppa all'interno di una struttura profondamente bipolare. Non solo perché vive su un pianeta che funziona secondo logiche di opposti complementari – luce e buio, caldo e freddo, gravità e spinta – ma perché il suo stesso corpo è attraversato da tensioni assiali che lo definiscono e lo orientano. Nel corpo umano, almeno tre grandi assi bipolari si intersecano in modo costante e profondo: alto/bassodestra/sinistrafronte/retro.

Qui puoi trovare l'Appendice sulla Bipolarità

Appendice teoria #1 – La Bipolarità
Viviamo su un pianeta bipolare, immersi in forze che si oppongono e si completano. Anche il nostro corpo riflette questa struttura: solo nell’incontro e nell’integrazione dei poli nasce l’equilibrio, la coscienza, la vera verticalità.

Questi assi non sono semplici coordinate anatomiche: sono mappe psicosomatiche ormai consolidate, che rappresentano le principali polarità del vissuto interiore. L’alto, sede della testa, viene associato al principio del genitore interiore: controllo, responsabilità, autorità. Il basso, sede del bacino e delle gambe, corrisponde al bambinointeriore: bisogno, spontaneità, sensibilità. La destra – lato dell’azione e della razionalità – richiama la componente maschile, mentre la sinistra – lato della ricezione e dell’intuizione – la componente femminile. Il fronte del corpo guarda al futuro, all’intenzione e all’espressione; il retro custodisce il passato, la memoria e le influenze transgenerazionali.

Queste tre dimensioni si incrociano nella postura, nell’organizzazione dei movimenti, ma soprattutto nella costruzione dell’identità. Il problema sorge quando una o più di queste polarità viene assolutizzata o repressa, generando uno sbilanciamento. Questo accade quando l’identità viene costruita su una base egoica: una rappresentazione parziale e socialmente accettabile di sé, che esclude tutto ciò che appare incoerente o disfunzionale al ruolo.

Il risultato è una vita vissuta a metà. Chi si identifica solo con il maschile, tende a negare il femminile; chi agisce solo nel futuro, perde il contatto con il presente; chi vive dominato dal genitore interiore, reprime il proprio bambino. Ma la coscienza, intesa come presenza lucida, empatica e incarnata, può emergere solo nel punto di incontro tra gli opposti.

Quel punto di incontro è il cuore.

Il cuore, sia come organo che come simbolo, si trova esattamente al centro del torace, nel punto in cui i tre assi principali si intersecano: il sagittale (fronte/retro), il trasversale (destra/sinistra) e il verticale (alto/basso). È in questa regione che l’essere umano può percepire la sintesi e l’integrazione. E non a caso, nel sistema dei chakra, è proprio il chakra del cuore (Anahata) ad agire come ponte tra i primi tre centri (corporei, radicati nella sopravvivenza e nella relazione) e i tre superiori (mentali e spirituali).

Quando i tre assi sono vissuti come dinamiche rigide e polarizzate, il corpo si deforma. La postura si irrigidisce, l’organizzazione interna si sbilancia, e il malessere esistenziale si insinua come sensazione costante di incompletezza o conflitto. Ma quando l’individuo comincia a riconoscere i poli, ad abitarli e infine a integrarli, qualcosa cambia. Il corpo si riequilibra, la percezione si espande, la coscienza emerge.

Attraversare questi assi significa accettare di non essere un’identità univoca e statica, ma un campo in movimento tra polarità in dialogo. Significa sentire contemporaneamente forza e vulnerabilità, fermezza e fluidità, futuro e passato. Significa diventare esseri centrati, non perché perfetti, ma perché completi.

Ed è proprio da quel centro, il cuore, che può nascere una nuova qualità di presenza. Dove, fra passato e futuro, emerge il presente. Fra genitore e bambino, nasce l’adulto. Fra maschile e femminile, può finalmente nascere l’umano. Una coscienza incarnata, viva, capace di attraversare gli opposti e di trasformarli in consapevolezza.

Il Cuore in sostanza è il crocevia dove i nostri estremi si incontrano e si completano e dove la Coscienza fiorisce per effetto della completezza prodotta dalla loro unione.


Note

  • Le associazioni simboliche fra assi corporei e archetipi interiori provengono da studi psicosomatici condivisi in discipline come bioenergetica, Rolfing, psicoanalisi simbolica, yoga e altri.
  • Il concetto di "ego" usato nel testo non va confuso con l’io funzionale. Si riferisce piuttosto a una sovrastruttura identitaria rigida, costruita per adattamento sociale.
  • Il chakra del cuore, Anahata, secondo le tradizioni orientali è il centro della compassione, dell’equilibrio e dell’amore espanso, ed è situato tra i plessi cardiaco e toracico.


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