Esseri unici - Episodio 4 Dalla manipolazione alla parola: la nascita del pensiero

Esseri unici - Episodio 4 Dalla manipolazione alla parola: la nascita del pensiero

Quando la mano si liberò per esplorare il mondo, insegnò alla mente a riconoscere, distinguere, nominare. Fu così che la parola nacque: estensione sonora dell’esperienza vissuta, ponte tra il corpo e il pensiero, tra l’individuo e l’altro.


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La mano, esplorando il mondo, aveva insegnato alla mente a riconoscere le cose, distinguerle, definirle.
Ogni oggetto manipolato portava con sé un insieme di informazioni: forma, peso, funzione, utilità.

Ma per poter condividere tutto questo con gli altri, serviva un nuovo strumento: la parola.

Il linguaggio nacque come naturale estensione di ciò che il corpo aveva già separato e riconosciuto.
Un suono diventava contenitore di un significato complesso, condensando intere esperienze in una semplice emissione vocale.

La parola permise per la prima volta di trasmettere il pensiero senza l’azione.

E proprio questa capacità di rappresentare la realtà attraverso suoni aprì la strada al pensiero astratto.

Non c’era più bisogno di toccare per conoscere.
Ora era possibile:

  • evocare mentalmente l’oggetto;
  • richiamare ricordi e possibilità future;
  • immaginare scenari mai vissuti.

Nacque la capacità di ragionare, di prevedere, di anticipare.
La mente cominciava a costruire modelli interiori della realtà.

Questa nuova intelligenza, nata da una base corporea, avrebbe nei secoli permesso la cultura, la tecnica, il progresso.
Ma nel suo cuore custodiva già la possibilità di allontanarsi progressivamente dal corpo che l’aveva generata.


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