Ci siamo evoluti, ma non ci siamo sviluppati
Photo by Joel & Jasmin Førestbird / Unsplash

Ci siamo evoluti, ma non ci siamo sviluppati

Abbiamo evoluto tutto verso l’esterno, ma ci siamo dimenticati di rientrare. In questo articolo esploriamo il significato profondo delle parole evoluzione, involuzione e sviluppo, per riscoprire il valore della loro alternanza come fondamento della crescita interiore.


Condividi questo post

Viviamo in un’epoca che celebra l’evoluzione. La tecnologia avanza, le città crescono, le intelligenze si moltiplicano. L’evoluzione viene spesso citata come simbolo del nostro successo: siamo andati sulla Luna, abbiamo decifrato il DNA, parliamo a distanza con un tocco di dito.

Ma cosa significa davvero evolvere?

La parola evoluzione significa letteralmente “srotolarsi”, “dispiegarsi verso l’esterno”. È un movimento di apertura, di estensione, di emersione. Ma non è un sinonimo di miglioramento: in natura, evolvere significa semplicemente cambiare forma per adattarsi, non diventare “migliori”.

La nostra specie si è evoluta nel senso biologico, tecnologico, strutturale. Ma questo basta per dire che ci siamo sviluppati?
No.

Il termine sviluppo richiama qualcosa di più profondo. Anche qui il gesto è lo stesso — togliere ciò che avvolge — ma la direzione è diversa: svilupparsi significa portare alla luce un potenziale interno, non solo adattarsi al contesto. È un cammino che richiede consapevolezza, ascolto, trasformazione.

Per questo ha bisogno non solo di espansione, ma anche di raccoglimento.

Abbiamo confuso l’evoluzione con un moto unidirezionale verso il fuori.
Abbiamo conquistato il mondo, ma non ci siamo mai veramente involuti.
E qui la parola involuzione — spesso malintesa — ha un ruolo chiave.

In-volvere, infatti, significa “arrotolarsi verso l’interno”. È il gesto del ritiro, della concentrazione, del ritorno in sé. Come il bambino nella pancia della madre, o il seme che si raccoglie prima di germogliare. Non è un fallimento, ma una fase essenziale.

Proprio come nel respiro: non esiste inspirazione senza espirazione. O come nelle maree: la vita pulsa in cicli di apertura e chiusura.

Il vero problema non è aver evoluto troppo, ma aver involuto troppo poco. Abbiamo proiettato tutto verso l’esterno: dominio, progresso, espansione. Ma raramente abbiamo fatto ritorno: non ci siamo mai arrotolati su noi stessi per ascoltarci, per sentire cosa stava accadendo dentro.

Abbiamo dimenticato la via del ritorno, la via del contatto, la via del corpo.

Così oggi, più che nuove evoluzioni, ci servono nuove involuzioni, non per tornare indietro, ma per rientrare. Solo così, alternando consapevolmente questi due movimenti — come nel battito di un cuore — può nascere uno sviluppo vero: non crescita cieca, ma fioritura integrale.

Come per gli alberi la nostra unica possibilità per elevarci davvero è accrescere radici forti e sviluppare un tronco robusto e resiliente...

E tu?

Come vivi i bassi e le involuzioni della tua vita, come fasi negative o necessarie?


Condividi questo post
Commenti

Sii il primo a sapere

Unisciti alla nostra comunità e ricevi notifiche sulle prossime storie

Iscrizione in corso...
You've been subscribed!
Qualcosa è andato storto