Chi ha ragione sull’Ego?
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Chi ha ragione sull’Ego?

L’ego è ciò che resta quando ci identifichiamo solo con la parte approvata di noi stessi. Superarlo significa ritrovare il resto.


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L’ego è una delle parole più usate – e abusate – nel linguaggio della crescita personale e spirituale. Viene accusato, talvolta demonizzato, indicato come l’ostacolo da superare per raggiungere stati di consapevolezza più elevati. Ma cos’è esattamente l’ego? E perché se ne parla così tanto, e in modi tanto diversi?

Per comprenderlo davvero, possiamo partire da due grandi visioni: quella psicoanalitica e quella spirituale.

L’ego secondo la psicoanalisi

Nella teoria freudiana, l’ego è una delle tre istanze psichiche fondamentali: Es, Io (Ego) e Super-Io. L’Es rappresenta l’insieme degli impulsi primari, istintivi, inconsci. Il Super-Io incarna le norme interiorizzate, i divieti, la morale. L’Io – o ego – ha il compito di mediare tra queste due forze e la realtà esterna. È l’istanza che cerca l’equilibrio tra desideri profondi, condizionamenti morali e richieste dell’ambiente.

In questa cornice, l’ego è un elemento indispensabile per il funzionamento mentale. Non è qualcosa da eliminare, ma da sviluppare e rafforzare in modo flessibile, così da garantire una personalità stabile e adattiva. Quando l’ego è fragile o troppo rigido, si assiste a nevrosi, difese e conflitti interni.

L’ego secondo la spiritualità

Nelle tradizioni spirituali, in particolare quelle orientali e nelle correnti moderne di consapevolezza, l’ego ha un significato diverso. Rappresenta l’identificazione illusoria con un sé separato, con una personalità costruita, scollegata dalla totalità dell’essere. È visto come una maschera che ci allontana dalla nostra vera natura.

Qui l’ego è qualcosa che va trasceso. Non nel senso di eliminarlo come si butterebbe via un peso inutile, ma nel senso di riconoscerlo come parte funzionale del cammino – e poi superarlo. L’illuminazione, la realizzazione, la liberazione sono spesso descritte come momenti in cui l’identificazione con l’ego cessa, e resta solo l’esperienza pura dell’esistenza.

Appendice teoria #3 - L’Ego
L’ego è il sé identificato con la parte ammessa alla coscienza. Ma è solo attraversando quella soglia che possiamo ritrovare la nostra interezza.

L’ego in BioMAGIA

In BioMAGIA, l’ego viene riconosciuto come una struttura psicofisica costruita in risposta all’ambiente sociale, morale e culturale. La sua funzione primaria è proteggere e regolare: stabilizzare la postura, filtrare le emozioni, tenere sotto controllo l’energia corporea. È un adattamento evolutivo, utile e necessario, ma non definitivo.

Potremmo dire che l’ego è il sé identificato con quella parte di noi che è stata approvata: dalla famiglia, dalla scuola, dalla società. È ciò che abbiamo imparato a mostrare per essere accettati e per sopravvivere nel contesto in cui siamo cresciuti. Ma proprio per questo, l’ego è parziale: include alcune parti di noi ed esclude le altre, spesso più vulnerabili, autentiche o intense.

L’ego trattiene queste parti nel corpo sotto forma di tensioni inconsce, congelamenti, irrigidimenti che ne impediscono l’espressione. La personalità – in questo senso – è l’organizzazione psicofisica attraverso cui l’io si muove nel mondo: uno schema di comportamento, di emozioni e pensieri che dà un senso di continuità e identità, ma che può anche diventare una prigione.

Ecco allora perché l’ego è associato a una struttura rigida: non è cattivo, è semplicemente incompleto.

Superare l’ego non significa eliminarlo, ma riunificare le parti di noi che aveva separato. È un processo di riappropriazione: tornare a sentire tutto ciò che avevamo escluso, senza giudizio, fino a sciogliere le tensioni che lo sostenevano. È così che si libera energia, si ritrova autenticità e si torna a casa nel corpo.

In definitiva, non è l’ego in sé a essere un problema, ma l’identificazione con esso.

Finché “io sono” resta identificato con una parte – forte, approvata e controllata (la personalità) – il senso di separazione persiste. Ma quando l’io diventa cosciente della propria interezza, può trasformarsi in un “io esisto”, aperto, incarnato, vivo assottigliando passo dopo passo il peso dell'Ego..


Note tecniche e bibliografiche

  • Freud, S. (1923). Das Ich und das Es (L’Io e l’Es). Opere complete.
  • Il termine “ego” deriva dal latino e significa “io”. In psicoanalisi è stato usato per tradurre il termine tedesco “Ich”.
  • La personalità viene qui intesa in senso ampio come struttura psico-corporea di organizzazione dell’identità, in parte coerente con la visione di Alexander Lowen (bioenergetica) e di Antonio Damasio (neuroscienze).
  • Sul piano spirituale, riferimenti impliciti sono rintracciabili in Ramana Maharshi, Eckhart Tolle e nel Buddhismo Mahayana.
  • Il concetto di tensione egoica come tensione posturale è derivato da osservazioni cliniche nell’ambito del Rolfing® e delle pratiche somatiche contemporanee.


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