BioMAGIA Cap. 7 Il pieno recupero dell’interezza

BioMAGIA Cap. 7 Il pieno recupero dell’interezza

L’interezza non si raggiunge, si permette. È il ritorno ad una condizione fisiologica originaria in cui il corpo torna ad essere pienamente abitato, senza più sorveglianza né controllo.


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Per anni abbiamo vissuto lontani dal corpo senza rendercene conto.
Abbiamo imparato a funzionare piuttosto che a esistere, a controllare piuttosto che a sentire, a sorvegliare piuttosto che ad abitare.
Il corpo si è adattato a questo esilio, cercando ogni giorno un nuovo fragile equilibrio tra compensazioni fisiologiche e tensioni cronicizzate.

Ma il corpo non dimentica la strada di casa.
Dietro ogni sintomo, ogni disagio, ogni tensione, rimane presente una possibilità: quella di ritornare ad abitarlo pienamente.

Il recupero dell’interezza non è un apprendimento nuovo, è la cessazione di una separazione.
Non richiede di essere insegnato, ma solo di essere permesso.


L’interezza come condizione fisiologica originaria

L’interezza non è un ideale astratto, non è un concetto filosofico, non è un obiettivo psicologico.
È una condizione primitiva, naturale, concreta, che ogni organismo vivente conosce fin dalla sua esistenza più elementare.

Essere interi significa semplicemente che ogni spazio interno è abitato dalla propria presenza, che ogni distretto corporeo partecipa in modo fluido al sistema, che non esiste una porzione di sé da cui doversi difendere o da cui essere separati.

Nei mammiferi questa condizione è lo stato neutro:
un’esistenza continuamente autoriferita, non sotto sorveglianza.
Il ritmo fisiologico del sistema nervoso alterna in modo spontaneo i periodi di attivazione e recupero, di veglia e sonno, di movimento e quiete, senza bisogno di alcuna gestione consapevole.


Non il benessere, ma la pienezza del sentire

Molti associano erroneamente l’interezza al benessere inteso come assenza di fatica, di dolore o di turbamento.
Ma la pienezza non coincide con uno stato costante di piacere.

Essere interi significa poter attraversare ogni stato — gioia, dolore, entusiasmo, malinconia, desiderio, vulnerabilità — senza più vivere la necessità di trattenere, controllare o sorvegliare ciò che emerge.

L’interezza è libertà fisiologica.
È disponibilità a sentirsi interamente, in ogni sfumatura dell’esperienza.


Il disarmo progressivo del controllo

Il ritorno all’interezza richiede un solo vero movimento: disarmare la sorveglianza.
Non serve "fare" qualcosa. Serve sospendere ciò che da anni viene fatto inconsapevolmente: il controllo continuo.

  • Il controllo sulle emozioni che cercano di salire.
  • Il controllo sul respiro che si vorrebbe espandere.
  • Il controllo sui muscoli che tentano di rilassarsi.
  • Il controllo sui pensieri che giudicano ogni stato interno.

Ogni volta che la mente cessa di vigilare, anche per pochi istanti, il corpo riprende spontaneamente a riabitare lo spazio che gli appartiene.

L’interezza non viene ricostruita.
Riemerge.


La riattivazione fisiologica del sistema

Quando il controllo si scioglie, l’intero sistema nervoso comincia a riadattarsi.

Il sistema autonomo ritrova il suo ritmo:
il simpatico e il parasimpatico tornano a oscillare senza più fissarsi su un unico polo.

Il respiro si abbassa e si espande, riempiendo l’addome e i visceri.

I muscoli profondi riprendono il loro compito silenzioso di sostegno, liberando la muscolatura superficiale dalla necessità di trattenere continuamente.

I visceri riprendono il loro lavoro ciclico, tornando a fluire nei loro movimenti peristaltici naturali.

Il battito cardiaco ritrova la variabilità fine che caratterizza la salute profonda, fluttuando liberamente senza rimanere contratto sulla vigilanza.

Non c’è nessuna tecnica da padroneggiare.
C’è solo un corpo che, non appena gli si restituisce lo spazio, torna a respirare se stesso.

Il confine ritrovato della pelle

In questo ritorno, il confine del corpo — la pelle — riacquista la sua funzione originaria.
Non più barriera, ma membrana.
Non più limite da sorvegliare, ma spazio entro cui si organizza la propria esistenza.

L’interno torna ad essere pieno, l’esterno torna ad essere il luogo degli scambi, senza più diventare il metro attraverso cui definire il proprio valore.

Il corpo torna ad essere casa, non più campo di battaglia.


Non una conquista, ma un ritorno

Il recupero dell’interezza non è un progetto da realizzare, non è una capacità da allenare, non è un risultato da meritare.

È il ritorno ad uno stato originario che il corpo conosce da sempre, che non ha mai dimenticato, e che attende soltanto di essere liberato dal carico del controllo mentale.

Non si conquista l’interezza.
Si smette di separarsene.

Note tecniche Capitolo 7

  • Oscillazione fisiologica del sistema nervoso:
    Porges S.W. — The Polyvagal Theory (2009);
    Sapolsky R.M. — Why Zebras Don’t Get Ulcers (1994).
  • Enterocezione e riattivazione percettiva profonda:
    Craig A.D. — How Do You Feel? (2015);
    Damasio A. — The Feeling of What Happens (1999).
  • Rilascio del controllo muscolare e riattivazione posturale:
    Levine P.A. — Waking the Tiger (1997);
    Ogden P. — Sensorimotor Psychotherapy (2006).
  • Disarmo della sorveglianza psico-fisiologica:
    van der Kolk B. — The Body Keeps the Score (2014).

Connessioni e approfondimenti


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